Era un sacco di tempo fa. La mia nonna paterna era in fin di vita in un letto di ospedale. Ho visto per la prima volta mio padre ubriaco. Anche se non lo voleva ammettere, sapeva benissimo che La Nonna (la lettera maiuscola è minimo sindacale) stava per lasciarci, idem mia madre per la quale La Nonna era una specie di mamma italiana e non la classica suocera (o nel caso specifico ex-suocera) rompicoglioni. E questa, assieme alla mia laurea, è l'immagine più bella e commovente che ho dei miei genitori assieme: due adulti ubriachi-tristi-genitori che si vogliono bene e che si raccontano non i più profondi ma quasi cazzi loro e si sfogano e tirano fuori tanto (perchè tutto, diciamocelo, sarebbe troppo. troppo strappalacrime, forse, e poco realistico. Quella sera nessuno ha dormito abbracciato alla tazza del cesso).
Era un po' di tempo fa. Fine di una bella ma troppo lunga storia d'amore della sottoscritta. Vari invaghimenti. Chiacchierate lunghe su vita sentimentale e sessuale della sottoscritta con l'Augusto genitore. "Se tua figlia ti raccontasse certe cose....", "Se ne parla! Tranquillamente, che ti credi?"...
Era forse un'ora fa. Usciti dal teatro del sale, allegrotta io, decisamente alticcia la genitrice (colpa anche del grappino post-tutto usato come idraulico liquido), si inizia la disperata ricerca dell'accendino. E le risate di tipo adolescenziale per l'accendino genitoriale in tasca e quello filiale in mano. E le ginocchia piegate per la pipì che incombe. E la sottoscritta che decide di scortare l'alticcia genitrice fino al portone di casa.
Sto invecchiando: testimoni quei tre capelli bianchi in bella vista sulla mia capoccia.
Era un po' di tempo fa. Fine di una bella ma troppo lunga storia d'amore della sottoscritta. Vari invaghimenti. Chiacchierate lunghe su vita sentimentale e sessuale della sottoscritta con l'Augusto genitore. "Se tua figlia ti raccontasse certe cose....", "Se ne parla! Tranquillamente, che ti credi?"...
Era forse un'ora fa. Usciti dal teatro del sale, allegrotta io, decisamente alticcia la genitrice (colpa anche del grappino post-tutto usato come idraulico liquido), si inizia la disperata ricerca dell'accendino. E le risate di tipo adolescenziale per l'accendino genitoriale in tasca e quello filiale in mano. E le ginocchia piegate per la pipì che incombe. E la sottoscritta che decide di scortare l'alticcia genitrice fino al portone di casa.
Sto invecchiando: testimoni quei tre capelli bianchi in bella vista sulla mia capoccia.