Colei da cui regolarmente scrocco pasti (la mi' mamma) è partita, affidandomi gatti e piante.
Pensando di far cosa gradita alla bestiolina con cui ho condiviso il letto, il divano, la coratella e l'affetto materno, ieri sera l'ho presa (con tanto di lettiera, chcchini e ciotola d'acqua) e l'ho portata a casa mia.
E' partita per l'esplorazione della casa (per altro già nota all'esserino tutto culo, occhioni e pelo) e poi s'è piazzata sul letto, accanto a me. Come ai vecchi tempi.
Verso le cinque, la bastarda ha avuto nostalgia della casa materna e ha cominciato a rompere i coglioni, che tradotto in parole povere significa: fare l'anima in pena a giro per casa, aprire l'armadio (ante scorrevoli, ha dei muscoli nelle zampe inaspettate la piccola rompicoglioni), aprire i cassetti del mobile del bagno, fare tic-tac con le unghie sul parquet, ....
La ignoro, prima o poi le passa. Non le passa. La prendo in collo e cerco di addormentarmi grattandola sotto la collottola. Niente. Mi infilo la prima maglietta che trovo, le prima scarpe che trovo e in boxer, golf di lana, ballerine azzurre carico la bestia sotto braccio, attraverso il pianerottolo e riporto l'infame a casa sua.
Vaffanculo Gina, piangi da sola a casa della tu' mamma umana. Io vado a farmi un altro caffè.